“Sostituzione e…lettrica”: tra bugie e cruda realtà!

Auspico di fare cosa utile nel fare un’analisi complessiva della situazione di produzione di energia elettrica in Italia.
Per fare questo accedo ai dati ufficiali di TERNA che è la società privata che ha in gestione la rete di distribuzione elettrica e dove affluiscono, per la distribuzione, tutta l’energia elettrica prodotta in Italia e quella comprata dall’estero.

Il mio intento è quello di analizzare  “freddamente” ed in modo distaccato la questione anche per chiarire a me stesso i sistema e se ci sono soluzioni percoribili al problema.

Partiamo dal dato ufficiale di TERNA nel suo rapporto 2022 relativo alla produzione lorda di energia elettrica nell’anno 2021.
I dati sulla produzione per l’anno 2022 non saranno  pubblicati prima di settembre 2023.

I dati di riepilogo della produzione di energia elettrica del 2021 (paragonati con i dati relativi  alla produzione del 2020) sono sintetizzati in questa tabella con :

Analizzando i freddi numeri si possono già effettuare tutta una serie di valutazioni.

Partiamo con il dato delle rinnovabili che, rispetto al 2020, hanno avuto un incremento di produzione complessiva pari al  5,9% dovuta alla messa  in produzione di moltissimi impianti di produzione da rinnovabili.
A fronte di un aumento della produzione di rinnovabili ci si sarebbe aspettati una riduzione della produzione da fossile ed invece non è così e non sarà mai così.

Infatti quando c’è produzione di picco da rinnovabile che potrebbero causare una congestione della rete, gli impianti che siano eolico, fotovoltaico ecc…, vengono fermati mentre gli impianti di produzione da fossile lavorano a pieno regime.

 Ed è quello che ci dicono i dati e cioè che nel 2021 la produzione di energia elettrica da fonte fossile è aumentata del 4,6% smentendo tutte le teorie messe in piedi dal governo e dalle lobby delle rinnovabili che bisogna aumentare gli impianti per azzerare le centrali da fonte fossile ed abbattere cosi definitivamente la produzione di CO2

Ma analizzando la situazione si smaschera il grande bluff che si cela dietro questa bizzarra teoria.

Quindi ho fatto un “giochino”: ”verificare attraverso una semplice elaborazione dei dati certificati da TERNA (peraltro ho verificato che molte percentuali sono sbagliate), quanta energia dovrebbe produrre ogni fonte di rinnovabile, in rapporto a quella prodotta nel 2021,  per compensare completamente tutta la produzione da fossile per eliminarla.”

E le sorprese non sono mancate.

Preliminarmente bisogna dire che tra gli impianti di energia da fonte rinnovabile di immediata  costruzione possono essere solo eolico e fotovoltaico poiché l’idroelettrico (la fonte rinnovabile con la maggiore produzione)  ed il geotermico hanno tempi di messa in produzione molto lunghi  per la costruzione degli impianti e, quindi, di difficile attuazione nei tempi brevi.

Ma senza tener conto di questa variabile i freddi numeri ci danno questi risultati:

Ora viene abbastanza complesso riuscire a calcolare quanti impianti devono essere costruiti per poter produrre in modo esclusivo da fonti rinnovabili che sarebbe praticamente impossibile.

Ma per “costruirci” un termine di quale possa essere il “peso ambientale” per poter eliminare completamente la fpnte fossile dalla produzione di energia elettrica farò un esemplio esemplificativo della risorsa di cui si posseggono più dati tecnici al fine della relativa verifica.

L’ANEV ci dice che in Italia alla data del 31/12/2020 risultano installate 7.289 macchine eoliche che, complessivamente, hanno prodotto 20.927,30 Gwh di energia elettrica.

La produzione media risultante è pari a 2,87 Gwh/anno a macchina (20.927,30 Gwh :  7.289 macchine)

Partendo da questo dato possiamo tranquillamente determinare quanti aerogeneratori bisognerebbe installare per poter produrre il 21% di energia elettrica da fonte eolica in rapporto a prodotta da fossile nel 2021.
La percentuale risultante della fonte eolica necessaria a compensare la sua parte di produzione è pari al 21% della produzione da fossile che si traduce in un aumento  di 39.839,33 Gwh  in aggiunta a quella prodotta nel 2021 per un totale di 60.766,63 Gwh.
Considerato che  nel 2021, in media,  7.289 aerogeneratori hanno prodotto 20.927,30 Gwh con una media di produzione di 2,87 Gw, per produrre gli ulteriori 39.839,33 Gwh bisogna istallare, oltre a quelli già in esercizio, ulteriori 13.882 aerogeneratori (39.839,33 Gwh / 2,87 Gwh)
In termini ambientali quanto queste 13.882 aerogeneratori incidono sul sistema naturale di suolo e sottosuoli oltre che in termini naturalistici e paesaggistici?

Ed anche qui ci affidiamo ai dati ufficiali.

Le macchine eoliche non nascono “innaffiando i pascoli, i prati o le campagne come alcune associazioni pseudo ambientaliste vogliono far credere!

Gli aerogeneratori sono macchine industriali per la produzione di energia elettrica da fonte fossile e come ogni macchina industriale  funziona ad energia elettrica e necessita, per il suo funzionamento di una serie di prodotti e di elementi industriali senza dei quali non potrebbe funzionare.
Per intenderci; non è un “mulino a vento” che trasforma direttamente l’energia eolica in energia meccanica per far funzionare macine, segherie ecc…. ma è una macchina elettrica che trasforma la forza del vento in energia elettrica attraverso una turbina.
E’ quindi una macchina che funziona con energia elettrica prelevata dalla rete per produrre altra energia elettrica da mettere in rete.
Si stima che questo consumo dovrebbe aggirarsi tra il 10-15% dell’energia prodotta.
Detto questo vediamo qual è il “peso ambientale” per l’installazione di una macchina eolica.
Ora viene abbastanza complesso riuscire a calcolare quanti impianti devono essere costruiti per poter produrre in modo esclusivo da fonti rinnovabili che sarebbe praticamente impossibile.

Ma per verificare quale possa essere il “peso ambientale” per l’installazione di impianti per la sola produzione da fonte eolica finalizzata alla completa eliminazione della produzione da fonte fossile mi produco in un esempio esemplificativo sperando ci riuscire a far verificare, partendo da dati reali estratti da alcuni profeggetti eolici per la relativa valutazione.

L’ANEV ci dice che in Italia alla data del 31/12/2020 risultano installate 7.289 macchine eoliche che, complessivamente, hanno prodotto 20.927,30 Gwh di energia elettrica.
La produzione media risultante è pari a 2,87 Gwh/anno a macchina (20.927,30 Gwh :  7.289 macchine)
Partendo da questo dato possiamo tranquillamente determinare quanti aerogeneratori bisognerebbe installare per poter produrre il 21% di energia elettrica da fonte eolica in rapporto a prodotta da fossile nel 2021.
La percentuale risultante della fonte eolica necessaria a compensare la sua parte di produzione è pari al 21% della produzione da fossile che si traduce in un aumento  di 39.839,33 Gwh  in aggiunta a quella prodotta nel 2021 per un totale di 60.766,63 Gwh.
Considerato che  nel 2021, in media,  7.289 aerogeneratori hanno prodotto 20.927,30 Gwh con una media di produzione di 2,87 Gw, per produrre gli ulteriori 39.839,33 Gwh bisogna istallare, oltre a quelli già in esercizio, ulteriori 13.882 aerogeneratori (39.839,33 Gwh / 2,87 Gwh)

In termini ambientali quanto queste 13.882 aerogeneratori incidono sul sistema naturale di suolo e sottosuoli oltre che in termini naturalistici sia per il consumo di suolo per le installazioni, estrazioni delle materie prime e per la “cessione” delle bellezze naturalistiche e paesaggistiche?

Ed anche qui ci affidiamo ai dati ufficiali.

Le macchine eoliche non nascono “innaffiando i pascoli, i prati o le campagne.
Gli aerogeneratori sono macchine industriali per la produzione di energia elettrica da fonte fossile e come ogni macchina industriale  funziona ad energia elettrica e necessita, per il suo funzionamento di una serie di prodotti e di elementi industriali senza dei quali non potrebbe funzionare.
Per intenderci; non è un “mulino a vento” che trasforma direttamente l’energia eolica in energia meccanica per far funzionare macine, segherie ecc…. ma è una macchina elettrica che trasforma la forza del vento in energia elettrica attraverso una turbina.

L’aerogeneratore è, quindi, una macchina industriale che funziona con energia elettrica prelevata dalla rete per produrre altra energia elettrica da mettere in rete.

Si stima che il suo consumo si aggiri tra il 10 ed il 15% dell’energia netta prodotta.

Detto questo vediamo qual è il “peso ambientale” per l’installazione di una macchina eolica.

Una macchina eolica ha i seguenti elementi principali formati da vari componenti: ed ha un peso complessivo che si aggira intorno alle 400 tonnellate:

– Sostegno;
– Navicella contenente la turbina e le apparecchiature necessarie al funzionamento;
– Gli organi rotanti.
– Piazzola di installazione;
–  Fondazioni

Piazzole:

In termini di consumo di suolo ha un impatto significativo se si considera che ogni aerogeneratore necessita per le sole piazzole un’area pari a circa 3.500 mq. (escluse le piste di collegamento tra aerogeneratori)

 Per al costruzione della piazzola sono necessarie:

– Materiale arido compattato (di pezzatura grossolana 0-100mm): cm. 60
– Misto granulometrico stabilizzato ( d/D 0/31,5) compattato: cm. 10
Per un totale di mc 2.450,00 di materiale di cava

Analisi fondazioni (dati progetto eolico Dotto Morcone s.r.l. PEMO_PE_03349)

  1. Plinto di fondazione.
    Per sostenere una macchina di quel peso sono necessarie fondazioni su plinti con palificazioni.
    Il plinto di fondazione è un manufatto tronco conico in cemento armato dello spessore di m. 3,60 con diametro medio di 16 metri.

    Per al sua costruzione occorrono:
    Calcestruzzo di fondazione:      mc 422,93
    Calcestruzzo piedistallo:           mc. 28,27
  2. Pali di profondità
    Per l’ancoraggio dle plinto sono stati previsti n° 20 pali in cemento armato del diametro di m. 1,20 per una profondità di m. 20.

    Per la costruzione dei 20 pali occorrono:
    – Calcestruzzo:             mc 497,62
    – Ferro per armatura:     Kg. 40.052,92

Quindi per un singolo aerogeneratore occorrono

– Per piazzole:             mq. 3.500
– Calcestruzzo: mc. 949,25
– Ferro per armature:   Kg. 112.396,82

E per fare ciò, si distrugge la Foresta Amazzonica per l’estrazione del minerale di ferro.
Si distruggono le montagne per estrarre il calcare per produrre il cemento

E’ facilmente intuibile che la “presunta” energia rinnovabile prodotta dalle macchine eoliche in realtà sono uno strumento ulteriore sia di carico di inquinamento atmosferico da CO” dovuto;

– all’estrazione dei minerali;
– al trasporto alle fonderie;
– all’estrazione in fonderia;
– alla costruzione delle macchine
– al trasporto sul campo eolico;
– alla costruzione di piazzole e piste di collegamento,
– alla costruzione delle fondazioni;
– all’installazione delle macchine;
– alla messa in produzione
– consumo di olii fossili, acqua, gas SF6 per i condizionatori caldo\freddo, energia elettrica prelevata
dalla rete, ecc…
– alla sua dismissione
– smalitmento dopo la dismissione.

Riepilogando il “costo” in termini di consumo di suolo (30 chilometri quadrati) e la “distruzione delle aree naturali, dei Crinali Appenninici, dei pascoli, delle campagne è sintetizzata in questa tabella che ha dei numeri quasi illegibili data l’abnorme quantità di materiali e di aree naturali da distruggere.


E non mi voglio azzardare a calcolare quanto inquinamento da CO2 si produrrebbe per sostituire gli impianti di produzione da fonte fossile utilizzando sistemi che alla fine non risolverebbero nessuna crisi ambientale e che, anzi, l’andrebbe ad alimentare in modo esponenziale.

 Ed è disumana la truffa architettata dalle lle lobby dell’eolico sostenuta dalle tante associazioni finte ambientaliste edai partiti di governo pro-eolico che non rispondono certo alla soluzione del problema (semmai fosse un problema quello di azzerare lì1,5% del CO2 prodotta dall’Italia) ma che anzi l’amlificano secondo il folle ossimoro “Salvare l’ambiente distruggendolo!”

Lascio all’eventuale stoico lettore le opportune considerazioni ed analisi.

Io la penso così!

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