Casalduni: l’eolico……. senza maschere!

Premessa:
Affinchè non se ne perda memoria storica, ripropongo un interveto scritto solo su Facebook che si è perso tra i meandri della pagina Facebook “Fronte Sannita per la Difesa della Montagna”
E’ un intervento scritto il 1° ottobre 2018 relativo al mio sopralluogo nel territorio di Casalduni dove sono state installate 3 macchine di mini eolico da 59,9 Kw della ProWind con queste caratteristiche:

-Altezza al mozzo: m. 30
– Diametro rotore m: 27
– RPM: 60 (giri al minuto)

Prima dell’incidente l’area era già stata attenzionata con un sopralluogo congiunto insieme all’allora sindaco di Casalduni, alcuni assessori e componenti dell’ufficio tecnico comunale.
In quell’occasione abbiamo incontrato anche i residenti che lamentavano quello che noi già avavemo previsto e che ho riportato nell’articolo.

Alcune signore si avvicinarono piangendo chiedendoci aiuto per farle fermare perchè la loro vita era cambiata dopo anni di sacrifici in svizzera per costruirsi una casetta sulla loro terra in campagna per vivere una vecchiaia serena si sono ritrovati, dall’oggi al domani, a vivere l’inferno giorno e notte.
Le immagini allegate, compreso la mappa dei frammenti sparsi per un raggio di circa 200 metri, sono eloquenti e smentiscono le “relazioni sulla gittata massima” allegate ai progetti ma scandalosamente false.

1 Ottobre 2018

La lotta contro l’eolico non è una lotta ideologica.
Basta saperne un po’ per capire che l’eolico è distruzione.
Distruzione di interi territori e della vita civile delle comunità.

Vedere persone anziane piangere perché la notte non possono dormire; persone costrette a prendere ansiolitici perché le vibrazioni ed il rumore della pale gli aggravano l’ipertensione, il panico e le persone anziane che dissociano non riuscendo a capire da dove arrivassero quelle vibrazioni; un terremoto interiore persistente , un sibilo costante, indefinibile.

Queste sono le cose che ci hanno raccontato le persone di Casalduni che vivono nei pressi delle pale eoliche quando siamo andati a trovarli. Tre pale di “mini-eolico” che fanno gli stessi identici danni delle macchine eoliche industriali di 150 metri. Tre pale, e per quanto ne sappiamo, una di esse sconosciuta all’ARPAC a cui bisognava chiedere il nulla osta.

Ad una di queste pale di potenza di 59,99Kw (sotto i 60 Kw per accaparrarsi l’incentivo forfettario di 300 euro a Mw) qualche giorno fa sono “scoppiate le ali”. Evidentemente chi aveva chiesto l’autorizzazione non aveva fatto i conti con la potenza del vento che tira dalle nostre parti.

O, forse, aveva sopravvalutato l’efficienza delle vecchie macchine riciclate smontate non si sa da dove e rimontate nelle campagne di Casalduni.

Abbiamo voluto toccare con mano il disastro della pala eolica scoppiata per verificare direttamente cosa sia successo veramente.

Lo spettacolo che si presenta è tetro.

Una pala che sembra un fantasma, con i monconi di “ali” penzolanti smosse pericolosamente dal seppur leggero vento, gli ingranaggi, il rotore, gli attacchi e i bulloni delle penne arrugginite. Una infinità di pezzi delle “penne”, delle dimensioni anche oltre i due metri di lunghezza sparse a oltre 190 metri di distanza.

Appezzamenti di terra completamente invasi da pezzi di vetroresina di pale rotanti disintegrate.

Ed osservando quei frammenti si può immaginare cosa sarebbe potuto accadere se i contadini in quel momento fossero stati al lavoro.

E ci chiediamo come mai, ad oggi, la magistratura non impone alla ditta di mettere in sicurezza l’area visto che la pala, con i suoi monconi penzolanti, è ancora lì dove qualsiasi persona si può tranquillamente avvicinare e rischiare la vita.

Geolocalizzazione dei frammenti delle “lame rotanti” in vetroresina per l’impatto per il forte vento con il palo di sostegno. Abbiamo rinvenuto segmenti lunghi fino a 2 metri e del peso di circa 15 Kg. Il territorio era costellato di frammenti di vetroresina che hanno inevitabilmente inquinato i terreni dell’area circostante
Macchian eolica installata nella primavera del 2018 e già dopo pochi mesi presentava ingranaggi e congiunzioni invase dalla ruggine che certificava che le macchine erano di seconda se non di terza mano
Gli effetti delle raffiche di vento che hanno fatto esplodere le “lame rotanti” per l’impatto contro il palo di sostegno della macchina eolica
Frammento di oltre due metri del peso di circa 15 Kg rinvenuto ad una distanza di 190 metri dalla base della macchina eolica
Altro frammento di circa tre metri


Altro frammento in vetro-resina di notevoli dimensioni delle lame rotanti esplose per impatto contro il palo di sostegno della macchina eolica
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Una risposta a Casalduni: l’eolico……. senza maschere!

  1. fciarleglio ha detto:

    Ciao Pino la mia nuova mail è fciarleglio@gmail.com,  i prossimi articoli mandali li, è sempre un piacere leggere i tuoi interventi.FrancoInviato dal mio Galaxy

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