Parco Nazionale del Matese “Orbi …..et Urbi”

In questo “sbilenco caos” vorrei sommessamente mettere in evidenza elementi che ai più sfuggono più per ignoranza più che per conoscenze.
Improbabili ed improbi amministratori comunali, lobby, e sofisticatori vari della pubblica collettività che, rispetto alla nascita del Parco Nazionale del Matese, che strenuamente si “sbattono” per evitarne la costituzione “burocratica” poichè materialmente già esiste.
Purtroppo per loro, devono farsene una ragione specialmente quella che non possono in nessun modo poter “decidere “ cosa debba entrare o cosa debba uscire dall’ultima perimetrazione del Parco Nazionale redatta dall’ISPRA.

Tempo fa leggevo su una delibera del Consiglio Comunale di Cerreto Sannita che cosa includere e cosa escludere dal Parco Nazionale perché, affermavano dall’alto della loro ignoranza ed incompetenza, che quella era una “decisione piovuta dall’alto” e,quindi, bisognava opporsi senza se e senza ma.
Ma ben conoscendoli quei “senza se e senza ma” rispondevano semplicemente agli interessi privati (spesso in odore di conflitti di interessi) per rispondere semplicemente a “predator lobbystici” e ad a interessi privati e clientelari.

Una decisione presa  senza nemmeno aver coinvolto la popolazione per avere contezza del parere dei cittadini.

Fatta questa  premessa è bene che si sappiano alcune cose che evidentemente si ignorano o “manipolatori e predatori della  pubblica opinione” vogliono che si ignorino.

Dopo che l’ISPRA  –  Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale –  (mica il consiglieratucolo di borgata)  – aveva presentato una prima “perimetrazione allargata” che metteva insieme sia l’area di protezione ambientale,  inglobando anche aree di produzioni agricole che, attraverso l’acquisizione del marchio “Parco Nazionale del Matese”, attraverso il rispetto di specifici disciplinari di produzione, i possono  fregiarsi  di un  marchio di qualità che garantisce, come già in uso in altri Parchi Nazionali, una maggiore valorizzazione dei prodotti e, quindi, un miglior profitto.
Prodotti controllati sia nei metodi di produzione che controllati nella filiera di produzione  alimentare dove i  dei ristoratori ed i negozi  che vendono prodotti marchiati  “Parco Nazionale del Matese”  approfitteranno  di tutte  le ricadute benefiche del caso.§

Ma una cosa che non viene detta è che la costituzione di un Parco Nazionale, per il suo funzionamento, necessita  della costituzione di un apparato tecnico scientifico e di una a struttura amministrativa.

Quindi assunzione di Naturalisti, Ornitologi, Geologi, Agronomi, Alimentaristi,  Guardia Parco, informatici,  esperti di marketing nonché la costruzione di tutta la macchina amministrativa – contabile.

Nuovi posti di lavoro che stimolerebbe molti  giovani a a dare il proprio contributo per lo sviluppo della propria terra di origine anziché trovare fortuna altrove portando altrove le proprie capacità e professionalità.

Ma tutto questo va stretto ad amministratori comunali che rispondono semplicemente alle lobby che portano voti o a chi cerca in tutti i modi di distruggere intere aree naturalistiche di enorme importanza  naturalistica ed ambientale ma che purtroppo sta in mano a gente che magari non ha mai messo ai piedi un paio di scarponi.

Detto questo vorrei, nuovamente e sommessamente, fare un po’ di “storia”.

Ad una prima “perimetrazione allargata” redatta  dall’ISPRA, che, come spiegavo prima, compenetrava e metteva in relazione sia la parte naturalistica  che tutta la filiera economica che ne derivava poiché aveva inserito anche aree di coltivazioni di ulivi, vigneti, frutteti ecc.. che economicamente potevano avere enormi benefici economici.

Ma dietro ad un lavoro logorante ed insistenze da parte degli enti comunali che rispondevano semplicemente alle  potenti lobby della caccia e delle armi, l’ISPRA a seguito delle pressioni delle amministrazioni comunali,    ha ridimensionato il perimetro riducendo i confini al minimo indispensabile.

Infatti  nella nuova perimetrazione proposta dall’ISPRA  ha ridimensionato i confini del Parco Nazionale del Matese  disegnandolo intorno alle aree protette già esistenti e cioè alla Zona di Protezione Speciale “Matese” che disegna anche i confini del Parco Regionale del Matese e la Zona Speciale di Conservazione (ex SIC) “Pendici Meridionali del Monte Mutria” ed allargandolo in parte rispondendo alle richieste di alcuni comuni che hanno voluto inserire in “Area Parco” alcune  evidenze dei  loro territori importanti sotto il profilo naturalistico,  geologico, turistico  ecc…

L’ISPRA, in realtà nella nuova perimetrazione non ha fatto altro che disegnare il nuovo “minimo perimetro accettabile” intorno alle aree già protette e che di fatto sono già “Parco Nazionale” perché imprescindibili  poiché  ha semplicemente aggiunto una fascia di rispetto, che è obbligatoria ai fini della tutela e salvaguardia del sito protetto,  che varia da 1 a 2,5 chilometri dai confini della ZPS e della ZSC in relazione ai corridoi ecologici ed alla morfologia del territorio.

La “Leonessa”, per esempio, è distante circa  900 metri dal confine della ZSC  e quindi rientra abbondantemente nella “fascia di rispetto” e quindi è già parte integrante della ZSC e, quindi,  del  Parco Nazionale del Matese.

Ed infatti la nuona proposta tecnica dell’ ISPRA per la perimetrazione e di zonazione dell’istituendo Parco Nazionale del Matese” dell’ Ottobre 2021 così scrive:

  • Cerreto Sannita:l’estesa riduzione del territorio è stata richiesta dall’amministrazione comunale (il 10.12.2019). In questo comune gran parte del territorio è coltivato, con una
    urbanizzazione sparsa, che non presenta particolari valori ambientali, ma neanche elementi deterrenti.
    Tuttavia il taglio richiesto escluderebbe dal Parco una significativa porzione delle pendici del
    Massiccio del Matese, interrompendone la continuità ecologica ed idrogemorfologica e deteminando una riduzione della compattezza del perimetro. Pertanto la richiesta si può accogliere solo parzialmente sulla base dei criteri tecnico-scientifici adottati, escludendo solamente una fascia di territorio collinare coltivato, in parte frammentato, che può considerarsi esterno alle pendici principali del Massiccio del Matese. L’area di possibile esclusione dal Parco è identificata in figura 5 come “Area 6”. Restano inclusi nel Parco l’abitato medievale di Cerreto Sannita ed il sito paesaggistico ed archeologico della “Leonessa”, in accordo con le indicazioni della Regione e della stessa amministrazione Comunale

Ma questo, se una persona parla solo per dare aria al cervello, non lo può sapere!

In definitiva, invece di cercare di opporsi al Parco Nazionale del Matese,  dimostrando tutta  la propria incapacità di programmare un futuro diverso da quello in cui una politica truffaldina, clientelare e bogotta ci ha relegato, è necessario che i cittadini vedano uno sviluppo diverso ampliando i propri confini socio-culturali innescando una vera e propria rivoluzione dove sono gli indigeni a costruire il proprio destino e non lasciare in mano ad amministratori auto referenziati chiusi culturalmente  che si alimentano del  proprio “brodo primordiale” che  decidono grettamente dell’esistenza altrui.

Quindi fatevene una ragione…. il Parco Nazionale del Matese esiste già!

Dalle Montagne del Matese  11 novembre 2023                                                                                                                         Giuseppe Fappiano

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