2022 – Ancora in aumento la produzione di energia elettrica da fonte fossile.

Auspicando di fare cosa utile al movimento che si oppone alla distruzione dei territori derivante dalle installazioni  di impianti per la produzione di energia elettrica delle varie fonti, credo sia importante, alla fine, raccogliere i dati ufficiali e verificare se ciò che viene propagandato rispecchia la realtà dei fatti.

I dati di sintesi estressi nella tabella sono dati ufficiali dei rapporti delle società TERNA e del Gestore dei servizi Energetici (GSE)

Nella tabella sono stati analizzati anche i dati relativi all’anno 2021 necessari come termine di paragone per verificare l’effettiva  produzione a fronte  delle nuove installazioni.

Mi riservo di fare l’ulteriore analisi sintetica  per tutti gli anni precedenti al fine di verificare l’evoluzione del sistema per poi verificare se la tanto decantata “rivoluzione verde” sia affettiva e che abbia prodotta la tanto decantata riduzione di CO2 che, in Italia, non dimentichiamolo mai, vale il  —— % a livello mondiale e verificare se il sacrificio territoriale in termini di appropriazione e distruzione di aree agricole e montane sia giustificabile.

Tabella risultante dai dati di sintesi  TERNA e G.S.E.

Il primo dato che salta immediatamente all’occhio ed in contraddizione di quanto afferma il governo e le associazioni dell’ambientalismo transnazionale “greenwascing”   risulta che la produzione da fossile è stata in sensibile aumento tra il  2021 ed il  2022 con una produzione in aumento di un + 5,81% pari a  10.068,90 Teravattore attraverso l’attivazione di impianti di produzione da fossile per una potenza installata di  460,30 Mw pari allo 0,74% dell’installato.

Ciò anche a fronte di un aumento complessivo di 3.096,50 Mw di potenza installata di fonti rinnovabili, pari ad un aumento complessivo pari al 16,20%, si è avuto una riduzione di produzione da fonti rinnovabili del -14.494,20 Twh pari al – 27,36%.

Ma analizzando nello specifico il “sistema eolico” i nuti dati ci dicono che a fronte di un aumento di potenza installata pari a 564,60 Mw (il 5% in più rispetto al 2021) si riscontra una riduzione di produzione di – 432,00 TWh pari al -2,06%


Quindi c’è qualche cosa che non funziona

Inoltre, come si può verificare dai dati ufficiali, la maggiore  installazione di impianti di produzione da fonti rinnovabili pari ad una potenza di 3.096,50 Mw non incide minimamente sulla riduzione di produzione da fonti fossili che, anzi, dati ufficiali alla mano determinano una maggiore produzione e quindi maggiore apporto all’inquinamento da  CO2.

Aumento che non mi meraviglia poiché il sistema di produzione e distribuzione, nei momenti di picco di produzione di energia elettrica da fonti  rinnovabili,  i gestori del sistema sono costretti  a spegnere gli impianti di rinnovabili, lasciando attivi i forni per la produzione da fossili (che non si possono spegnere così facilmente come gli impianti da rinnovabili),  per evitare che la rete di distribuzione collassi.

Ma la domanda è: “E’ moralmente accettabile distruggere i territori, gli ecosistemi, i massicci montuosi, le aree agricole, le aree archeologiche, le sorgenti ed i fiumi per fare un pò di finta energia elettrica da fonte rinnovabile senza ridurre drasticamente la produzioen da fonti fossili?”

Purtroppo, e dico prutroppo, finchè il sistema energetico nazionale (sistema geopolitico strategico per ogni stato) resterà nelle mani dei privati, con cui lucrano a mani basse, che “pilotano” anche il sistema politico sarà sempre e comunque fonte di ricchezza per le società dove il costo è a totale carico dei cittadini opportunamente “ammaestrati” a subire il sistema.


Pinuccio Fappiano 27 luglio 2023

Questa voce è stata pubblicata in Ambiente, Politica e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento