Richiesta adesione Parco Nazionale del Matese

 

 

Al Sig. Sindaco del Comune di
Cerreto sannita

Al Sig. Presidente del Consiglio Comunale
di Cerreto Sannita

Ai Sigg. Capi Gruppo in seno
al Consiglio Comunale del comune
di Cerreto Sannita
protocollocerretosannita@pec.it

p. c.         Al Sig. Presidente
del Parco Nazionale del Matese
Piazza della Vittoria, 31
San Potito Sannitico (CE) – 81016
parcomatese@pec.it

Il “Parco Nazionale del Matese” a difesa della natura e dell’uomo

Il secondo comma dell’articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana recita: ”La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Nel rispetto di questo principio, la costituzione di un Parco Nazionale nell’area del Matese Sud-Orientale, già parzialmente Parco Regionale, si rende necessaria perché dettata innanzitutto dalla necessità di salvaguardare aree pregiate di un territorio che presenta caratteristiche peculiari ambientali, archeologiche, storiche ed antropologiche da proteggere, tutelare e tramandare.

Un Parco Nazionale non è solo un’entità naturalistica ma è una vera e propria “Enciclopedia universale del territorio”, da proteggere proprio perché custode di valori delle molteplici componenti paesaggistiche, perfettamente integrate e relazionate per la presenza di elementi e sistemi di beni culturali e naturali, riconosciuti a livello nazionale ed internazionale.

Una macro-area con riconoscibilità delle matrici storiche-naturalistiche-ambientali, intese come la capacità di un territorio di esprimere relazioni proprie di una specifica modalità di organizzazione del territorio.

Un complesso del “mosaico agrario” con presenza pascoli permanenti, estensione di boschi, di piante monumentali, riconosciute ed ancora da riconoscere, coltivazioni agrarie e forestali di particolare rilevanza naturalistica ed ambientale.

La presenza di enormi territori di pascoli permanenti gravati dagli Usi Civici, elemento, questo, fortemente riconoscibile e riconducibile alla evoluzione del tessuto socio-economico del territorio.

Perseguire i principi riconosciuti e sottoscritti nella “Convenzione Europea del Paesaggio”,   firmata il 20 ottobre 2000 a Firenze dai Capi di Stato membri del Consiglio d’Europa (CoE) che con l’articolo 1 introduce  il concetto di politica del paesaggio e distingue la politica della protection, che indica le “azioni conservative e di manutenzione dell’aspetto significativo o caratteristico di un paesaggio, dovute in funzione del suo significativo valore determinato dalla sua configurazione naturale e/o dall’attività umana”, la politica del management, cioè delle “azioni, corrispondenti a una prospettiva di sviluppo sostenibile, mirate ad assicurare la conservazione di un paesaggio, a dirigere e armonizzare gli interventi modificativi dello stato dei luoghi, causati da processi sociali, economici ed ambientali”, la politica del planning, che indica “una forte azione di programmazione tendente a migliorare o ripristinare gli ambienti naturali” .

Conservazione di attività artigianali locali, borghi antichi, monumenti, aree archeologiche che  purtroppo non tutti sentono necessario conservare gli “habitat” in cui tutto ciò si è sviluppato.

La presenza del Parco Nazionale proietta tutta l’area in contesti di sviluppo esponenziali e  può trasformare i visitatore ed i naturali del luogo da “fruitori” da segmentari, a fruitori contestualizzati e contaminati sviluppando ed incrementando quelle attività socio-economiche funzionali alla ricostruzione di quel macrosistema che costruisce il perfetto equilibrio tra le componenti identificative del territorio: faunistico-naturalistico-ambientale, risorse naturali, agricole, artigianali, di allevamenti autoctoni e trasformazione dei prodotti.

Purtroppo, però, interessi economici e speculativi, in particolare le speculazioni delle multinazionali dell’eolico, dell’idroelettrico e del fotovoltaico industriale hanno devastato già buona parte del Matese Sud-Orientale,  e premono affinché questi territori siano “liberati” dai vincoli, molti dei quali già esistenti, al fine di monetizzarle.

Questa tendenza è definita con il termine inglese “Land Grabbing” (accaparramento delle terre) e ha il fine di continuare a speculare attraverso quelle attività antropiche che stanno ledendo fortemente la salute degli ecosistemi.

Si rende pertanto necessario porre l’attenzione ed un freno e regolamentare le relazioni tra ecosistemi, servizi e società umane.

L’istituzione di un Parco Nazionale su Cerreto Sannita, quindi, non deve essere vista come un elemento di apposizione di vincoli ambientali e naturalistici che in massima parte sono già esistenti (Legge 42/2004, Rete Natura 2000 ecc…) ma, anzi, come un elemento di sicuro sviluppo di attività economiche già esistenti e proiettarle a livello globale il marchio “Prodotto del Parco Nazionale del Matese” che ne garantisca provenienza e qualità.

Ciò è necessario perché la società industriale prima e la disoccupazione giovanile poi, hanno svuotato i paesi le campagne e le montagne, in ragione delle grandi città che offrivano una vita più agiata in termini di consumismo, ma con una qualità della vita inappropriata per chi è nato in contesti sociali all’antitesi.

Bisogna creare strumenti sinergici affinché i giovani restino e gli altri tornino per ripopolare i territori. La presenza di un Parco Nazionale è sicuramente uno strumento che possa permettere ciò.

Si ritiene che la natura sia una fonte inesauribile di risorse da utilizzare a nostro piacimento. Invece non è così. Da statistiche recenti si evince che in media l’uomo in sei mesi consuma il 100% delle risorse naturali che la natura produce in un anno.

Si tratta di un dato molto significativo poiché quelle risorse rappresentano “prelievi” indiscriminati  su cui lucrano  società e multinazionali, a danno dei legittimi proprietari, costretti a comprare  ciò che gli appartiene per diritto ancestrale.

Quindi iper sfruttamento di beni naturali trasformati in beni economici che devasta e inaridisce riserve naturali.

In un Parco questo non sarebbe possibile e costituirebbe un fronte di resistenza importante alle attività economiche intensive e speculative.

E’ necessario pertanto un cambio di rotta prima di tutto culturale culturale!

Per fare questo è necessario rinunciare ai concetti di appartenenza, di interessi particolareggiati ed aprirsi ad un nuovo modo di pensare per cui lo sviluppo e la cooperazione tra comunità che passi attraverso un’economia costruita sulla natura e sull’ambiente.

Prospettive per lo sviluppo del territorio, della popolazione, delle attività economiche, turistiche e di indotto.

La gravissima situazione economica e sociale delle zone interne appenniniche ha determinato un abbassamento drastico del reddito pro-capite ed una emigrazione giovanile. Le popolazioni Appenniniche stanno invecchiando sempre di più, ed a breve termine si potrà assistere alla definitiva scomparsa di intere comunità se non si troveranno soluzioni in controtendenza alla situazione attuale.

Tutte le statistiche recenti confermano questa tendenza. Nel 2018 la provincia di Benevento  si ès popolata di oltre 2.000 abitanti in massima parte giovani.

Praticamente ogni anno nella Provincia perdiamo gli abitanti di un paese di cui la politica, in massima parte ne è responsabile poiché incapace di programmare una politica di sviluppo  vero ed incapace di risolvere i bisogni primari delle comunità specialmente appenniniche periferiche.

Un Parco Nazionale,quindi, può essere quello strumento importante che permetta il ripopolamento, la rinascita economica e sociale in un’area la cui maggiore risorsa è l’ambiente e le risorse naturali che esso produce.

 

Un Parco Nazionale inteso come micro-sistema funzionale a se stesso in cui costruire, attraverso peculiarità specifiche, un vero e proprio meccanismo produttivo che va dalla materia prima al prodotto finito, generando così una filiera virtuosa corta i cui i prodotti possono essere direttamente verificati dagli utilizzatori finali.

Elenchiamo di seguito le finalità del Parco:

Tutela della porzione di biosfera “Ecosistema dei Monti del Matese” delimitato naturalmente dall’insieme di organismi animali e vegetali che interagiscono tra loro e con l’ambiente che li circonda costituito dalle particolari condizioni ambientali del Matese Sud-Orientale.

Risorse produttive:
allevamenti all’alpeggio e trasformazione dei prodotti derivanti, formaggi, carni insaccati ecc… .
Coltivazioni biologiche e trasformazione dei prodotti agricoli, produzione di olio, vino, grani e farine, ortaggi e commercializzazione.
Prodotti del sottobosco come funghi, fragole, asparagi selvatici, piante officinali, spezie e loro trasformazione.

Prodotti derivanti dalle risorse naturali ed artigianato:
produzione di manufatti della lavorazione del legno, ceramica, ferro battuto, lavorazione della pietra, lavorazione della lana.

Risorsa naturalistica:
sviluppo di una politica di turismo ambientale strettamente legato alle peculiarità del Parco con l’offerta di una serie di attività da sviluppare come percorsi naturalistici guidati, sentieri della transumanza, Regio Tratturo, percorsi di Trekking a piedi o a cavallo, osservazione degli uccelli e delle migrazioni.

Risorse culturali:
Storia, arte e cultura: siti archeologici Sanniti, Borghi Medievali, chiese, palazzi storici ecc.

Accoglienza:
alberghi diffusi, ostelli, case-vacanza, agri-campeggi, villaggi di bungalow ecc.… e quell’antica idea di restaurare le decine e decine di antiche “caselle dei pastori” ed utilizzarle come “albergo diffuso” dove l’uomo può vivere così come vivevano i pastori Matesini all’alpeggio.

Tutte attività che se opportunamente organizzate e sviluppate possono, rivitalizzare e rigenerare i territori generando occupazione e reddito.

I benefici economici di un Parco sono facilmente verificabili.

I dati del XXIII Rapporto nazionale sul Turismo Natura non lasciano dubbi sulla bontà della scelta di un territorio di far parte di un Parco Nazionale.

Per l’anno 2016 le presenze del “Turismo Natura” in Italia hanno superato per la prima volta quota 105 milioni di presenze. Presenze che hanno portato nei territori dei Parchi 12.287 miliardi di euro. Si può tranquillamente desumere che un territorio facente parte di un Parco è catalizzatore di cospicui capitali e, quindi, generatore di posti di lavoro e di reddito.

Di seguito gli obiettivi prefissati dalla Convenzione Europea del Paesaggio espressi dalla “GELSO – Gestione Locale per la Sostenibilità ambientale” :
La Convenzione “si prefigge lo scopo di promuovere la salvaguardia, la gestione e la pianificazione dei paesaggi e di organizzare la cooperazione europea in questo campo”.
Gli obiettivi della Convenzione mirano a far recepire alle amministrazioni locali, nazionali e internazionali, provvedimenti, atti e politiche che sostengano il paesaggio con operazioni di salvaguardia, gestione e pianificazione del paesaggio.
Tale obiettivi si prefiggono lo scopo di migliorare la qualità della vita delle popolazioni tramite le amministrazioni pubbliche, affinché si rafforzi il rapporto dei cittadini con i loro territori e le loro città e quindi con i loro paesaggi.
Solo acquisendo tale coscienza sociale sarà possibile consolidare le identità e le diversità locali e regionali, riconoscendo in loro l’interesse per la partecipazione alle decisioni pubbliche.
Quindi la convenzione esige da tutti i protagonisti che hanno il potere decisionale sul paesaggio, tramite azioni di salvaguardia, gestione e pianificazione, di acquisire uno sguardo rivolto al futuro, per uno sviluppo sostenibile dei territori interessati, con l’adozione di provvedimenti nazionali necessari per l’applicazione della Convenzione, e internazionali con la cooperazione europea.

Un Parco Nazionale, quindi, è un’entità che nella realtà già esiste perché madre di un macrosistema ambientale, economico, storico-culturale e sociale che va anche oltre i suoi confini politici del semplice confine comunale, e vede i suoi confini disegnati dalle componenti della naturalità costruitesi in milioni di anni.

Bisogna solo strutturarlo, seguendo la naturale definizione del territorio delimitato da altitudine, atmosfera, bacini d’acqua dolce, caratteristiche del suolo, tipologia delle rocce che hanno permesso lo sviluppo e la colonizzazione del contesto naturalistico di flora e fauna interagenti e funzionali tra di loro.

Non intendere un’area Parco come un’entità con confini politici definiti, lasciando alle amministrazioni comunali la delimitazione che risponde ad interessi strettamente funzionali alla politica che “amputerebbe” i caratteri identificativi del territorio nella sua globalità, ma “leggere” il territorio insieme agli altri comuni confinanti “politicamente”, e riconoscere quei confini globali costruiti dalla natura stessa.

Quindi, nella delimitazione del Parco, è necessario che la proposta politica, miri all’interesse della tutela del Parco Nazionale  stesso e non al singolo interesse politico/clientelare rinchiuso nei propri confini politici.

Avere l’intelligenza, la capacità e la lungimiranza di decidere che fare con ciò che già esiste al fine di tralasciare un bene prezioso anche alle generazioni future affinché i territori non siano più abbandonati; in sintesi guardare e programmare per la ripopolazione i territori.

Infine, l’idea di “Parco” nasce proprio per “proteggere, tutelare e conservare”, e questo è ciò che un politico saggio deve perseguire per le attuali e future generazioni.

Da tutto quanto detto come Fronte Sannita per la Difesa della Montagna formuliamo al richiesta  di includere tutto il territorio del comune di Cerreto Sannita nel “Parco Nazionale del Matese” e proporre alle amministrazioni comunali confinanti si includere i propri territori seguendo i confini naturali del Massiccio del Matese.

Ci rendiamo disponibili sin d’ora ad un eventuale confronto al fine di argomentare ed articolare meglio la nostra proposta.

Restando in attesa di un fattivo quanto positivo riscontro, porgo cordiali saluti.

Cerreto Sannita, 14 maggio 2019

Il Presidente

Giuseppe Fappiano

 

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