Energie (finte) rinnovabili: le aree espropriate per “pubblica utilità” restano nel patrimonio immobiliare delle società anche dopo la dismissione degli impianti.

Con la scusa delle energie rinnovabili, le società eoliche, attraverso l’esproprio per pubblica utilità,  sono diventate proprietarie  di tutta  l’Italia meridionale!

Rispetto alle speculazioni generate dagli impianti delle finte rinnovabili, non mi sono dedicato semplicemente a combattere il singolo impianto che magari “mi disturbava” e che trasformava il territorio su cui vivo che avrebbe distrutto luoghi a me cari.
E per questo non posso essere accusato da Legambiente, Greenpeace, WWF, FAI e multinazionali del finto ambientalismo di essere un “NIMBI”

Infatti ho focalizzato gli interventi per sviscerare gli aspetti “tecnici” di un sistema che difficilmente vengono presi in considerazione se ci si ferma al solo effetto, benchè grave, dell’estetica, del paesaggio ecc…
I problemi generati dal sistema delle finte rinnovabili incidono molto pensantemente ed anche più devastanti e per fare qusto bisogna scavare, mettere le mani nel fango che questo sistema produce.

Quindi andare ad indagare aspetti che nessuno ha mai indagato mettendo in luce quella parte del sistema  che si da per scontata ma che produce effetti disastrosi.

Il maggiore dei danni prodotti dai governi è stata quella di privatizzare il sistema di produzione e di ditribuzioen dell’enetgia elettrica.
Un bene strategico messo nelel mani dei privati che, oltre a produttrre enormi profitti ha ahnche in mano un potere di carattere politico e sociale che potrebbe mettere, come in pratica la lobby delle energie (finte) rinnovabili ha messo, in discussione lo stesso sistema democratico italiano

La prova già l’abbiamo avuta con la crisi energetica che si è prodotta con la dichiarazioen di guerra alla Russia che è il maggior fornitore di materie prime energetiche dell’Italia

Da quì è iniziata una nuova guerra interna dove la lobby delel energie (finte) rinnovabili, hanno obbligato i governi ad una accellerazione delle autorizzazioni per la costruzione degli impianti modificando sostanzialmente tutta la già precaria legislazione che tutelava i beni storici, ambientali, paesaggistici e naturali ricevendo, inoltre finanziamenti a fodo perduto fino al 2030 di 41.900 miliardi ei euro.

Finanziamenti che, direttamente o indirettamente, andranno nelel tasche delle “mafie in giacca e cravatta” italiche.

Quindi con  l’alibi della necessità di produrre energia dalle fonti (finte) rinnovabili hanno creato  uno squarcio ed una distruzione diffusa del territorio italiano.

La prima delle leggi sull’esproprio per pubblica utilità per la costruzioen di impianti di enerfia (finte) rinnovabili è stata la Legge n. 10/91 del governo Andreotti,  che impone la  “pubblica utilità  di opere indifferibili ed urgenti” per gli impianti di produzione di energie rinnovabili.

Successivamente con il Decreto Legislativo n.79/1999, la cosidetta “Legge Bersani” del governo D’Alema, si  mette in mano dei privati sia la produzione che la distribuzione dell’energia elettrica e contemporaneamente si creano meccanismi di incentivazione per la produzione di energia (finta) rinnovabile.

Poi ci pensa il il governo Berlusconi, con il Decreto Legislativo n. 387/2003 che conferma e “perfeziona” coontentando le richieste della Lobby delle (finte) rinnovabili

Leggi e  decreti tra i più devastati gli italiani ed il territorio italiano capaci di mettere nelle mani di società private enormi territori per la costruzione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che rimangono, comunque, nella loro proprietà anche se  decidono di non rinnovare le autorizzazioni.

Infatti ogni progetto, tra la documentazione, deve essere corredato da un piano di esproprio  poiché la società all’atto dell’autorizzazione deve dimostrare di avere nella propria disponibilità le aree su cui costruire l’impianto.

E per far questo, chiaramente, si affida alla legge  sugli espropri per pubblica utilità come se la fabbrica industriale per la produzione di energia elettrica da fonte (finta) rinnovabile che, non dimentichiamolo,  produce profitti privati per le società,  viene  considerata alla stregua  della costruzione di un ospedale, una  scuola, una strada, una ferrovia ecc…

Un’operta “pubblica” che produce profitti privati !!!!

Succede che la società che ha espropriato i terreni espropria i terreni occorrenti per costruire una fabbrica industriale per la produzione di energia elettrica da (finte) rinnovabili?

Semplicemente succede che dopo l’esproprio, imposto d’imperio, i terreni espropriati entrano nella disponibilità e nel  patrimoni immobiliare delle società e tali restano anche dopo che la società avrà deciso di non continuare con la produzione perchè non esiste alcuna norma che impone alle società di restituire le aree utilizzate per la costruzione dell’impianto.

Va da se che tutte le società proprietarie degli  impianti  di energie rinnovabili  in funzione, autorizzati ed in corso di autorizzazione, oltre ad acquisire l’Autorizzazione Unica per la costruzione dell’impianto, acquisiscono nella loro proprietà immobiliare  anche tutte le aree espropriate che restano di loro proprietà  anche se decidessero di non rinnovare più l’autorizzazione diventando, così, proprietarie di un immenso patrimonio immobiliare, sottratto ai cittadini,   che resta nelle loro disponibilità per ogni altra e diversificata speculazione.

… e chest’è!

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