Massiccio del Matese. Cave di pietra in Zona Speciale di Conservazione:  Cronaca triste  della vittoria dell’illegalità

Vorrei condividere questa mia esperienza affinchè non se ne perda memoria storica, motivo per cui pubblico, in quanto oramai è certo che viviamo in un’epoca in cui se qualche cosa non è in rete, o sui mass-media, non esiste.

Pubblico questa piccola cronistoria di una storia di razionale ingiustizia affinché chi interessato possa farsi un’idea di come sono “attenzionate”, o meglio “NON attenzionate e protette”  le aree  montane sottoposte a vincoli paesaggistici e naturalistici di Rete Natura 2000 oramai diventate  “terre di nessuno e dell’illegalità”  dove chi dovrebbe controllare e  proteggere in realtà chiude entrambi gli occhi rispetto a ciò che succede.

Chi avrà pazienza e costanza di leggere potrà farsi una propria idea dei fatti.

Estratto dell’esposto inviato alla Procura della Repubblica di Benevento consegnato il giorno 2 marzo 2020

“In data 23 febbraio 2020 mi sono recato in montagna per un’escursione tra Monte Pagliarelle, Tre Cantoni e Passo Vecchio in agro di Pietraroja.

Durante la mia escursione ho potuto verificare e documentare probabili reati ambientali in area protetta. I reati ambientali, a mio parere,  consumati sulla Zona Speciale di Conservazione “Pendici Meridionali del Monte Mutria che si denunciano si sintetizzano come segue:

  1. Incendio di  consistenti aree di prati-pascoli ricadenti su  *Habitat Prioritari coc. 6210(*): Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)
    (Foto n° 1 e 2 con coordinate googlemaps)
  2. Apertura di segmenti stradali (Foto n°3 con coordinate googlemaps)
  3. Apertura di cave con prelievo di materiale calcareo (Foto n° 4-5-6-7-8-9 con coordinate googlemaps)”

I punti denunciati li avevo anche segnalati sulla denuncia con foto geolocalizzate con le coordinate di Google Maps.

Quindi aree facilmente individuabili inserendo su Google Maps le coordinate segnalate.

Trattandosi di denuncia per reati ambientali pensavo che la Procura della Repubblica di Benevento avesse immediatamente delegato il Corpo dei Carabinieri\Forestali di Cerreto Sannita per un primo ed immediato sopralluogo.

Comunque, come oramai per me prassi consolidata, quando mi trovo di fronte  ad un danno ambientale del genere, registro sempre  un video di contesto affinchè non si possa mettere in dubbio ciò che è stato denunciato.

In quella data registrati questo video pubblicato sulla mia pagina di Youtube

Ho atteso qualche tempo ed in data 11 aprile 2020  mi sono recato nuovamente sul luogo per verificare se la la Magistratura avesse in qualche modo messo in atto il sequestro delle aree consì come sarebbe dovuto accadere nella normalità delle procedure quando ci si trova di fronte a danni ambientali ed attivare gli accertamenti investigativi  per individuare i responsabili.
Arrivato sul luogo mi trovo di fronte una situazione assai diversa.
Sulla prima area denunciata (quella dell’allargamento di una traccia ed un suo prolungamento) trovo una tabella di autorizzazione, inesistente di data 23 febbraio 2020, di autorizzazione per la costruzione i muretti a secco.

Mentre, approssimandomi sulla seconda area denunciata, vedo che non c’è più alcuna traccia del materiale calcareo estratto mentre  tutta l’area risulta essere stata completamente livellata con cancellazione di qualsiasi traccia delle attività di scavo e prelievo delle  migliaia di tonnellate di calare estratto e depositato come si può evincere dal seguente video:  

Attendo prima di presentare una integrazione alla denincia per i fatti nuovi che avevo accertato.
In  data 04/05/2021 ricevo la comunicazione di richiesta di archiviazione.
Insieme all’avvocatessa Alessandra Sandrucci, che nel frattempo ho nominato quale mia legale, ci precipitiamo Presso la Procura della Repubblica di Benevento e, come da prassi,  richiediamo l’accesso agli atti con relativa estrazione  per preparate l’opposizione all’archiviazione.

Leggendo le carte appuriamo fatti sconcertanti di come sono state  fatte le indagini.

Accertiamo che dal giorno 2 marzo 2020, giorno di deposito in procura  dell’esposto, solo in data  1° giugno 2020 la Procura della Repubblica invia delega  il Comando dei  Carabinieri\Forestali di Cerreto Sannita ad iniziare le indagini.

Cioè la delega alle indagini  viene trasmessa ben 3 mesi dopo la mia denuncia ed anche successivamente al mio secondo sopralluogo quando, cioè,  accerto che   le migliaia di tonnellate di calcareo estratto è stato prelevato e l’area è stata interamente spianata

Ma le sorprese non finiscono qui.

Dai risultati dell’indagine trasmessa dai Carabinieri Forestali di Cerreto Sannita risulta che con nota del 03/08/2020 lo stesso Comando abbia richiesto al Capo dell’UTC di Pietraroja di poter effettuare  un sopralluogo congiunto.  Data l’indisponibilità del Dirigente dell’UTC si riesce a concordare il sopralluogo per il giorno  11 settembre 2020. Sopralluogo che, da come si legge dalla relazione dei Carabinieri\Forestali, sarebbero state  effettuate su aree diverse da quelle denunciate.
Quindi è stato richiesto al UTC di Pietraroja l’identificazione precisa delle particelle su cui si era consumato il delitto  richiedendo, inoltre eventuale documentazione.

In data 21/11/2020 vengo convocato in caserma per l’interrogatorio al quale rispondo integrando la mia deposizione informando che sui luoghi denunciati era stato tutto ripristinato con asportazione di migliaia di tonnellate di calcare  che nel frattempo era stato prelevato con livellamento con mezzi meccanici di tutta l’area.

Nella relazione di indagine i Carabinieri\Forestali insistono nello scrivere al magistrato che, testualmente:” Riguardo a presunti sbancamenti e accumuli di pietra, come da fascicolo fotografico, si constatava l’assenza di cumuli di pietra in sito, e, a parere del PG e fatte salve le ulteriori considerazioni del competente UTC, l’assenza di elementi che riconducessero a scavi,  aperture cave e/o sbancamenti per l’estrazione in loco del materiale segnalato”

E ci credo che  il P.G. scrive  di “Presunti sbancamenti” visto che le indagini sono state fatte sulla Particella n° 8 del Foglio 32 e non sulla Particella n° 32 del Foglio n° 33 ( come facilmente  individuabile con le coordinate di GoogleMaps fornite nell’esposto) oggetto del l’apertura della cava poi tombata.

Sulle risposte dell’UTC di Pietraroja, preferisco stendere un velo pietoso.

Ora, con ogni buona volontà e comprensione, io avevo fornito delle coordinate Google Maps attraverso cui anche un ragazzetto di 14 anni, inserendole nella barra di ricerca di Google Maps, poteva individuare perfettamente il punto a cui si riferisce la denuncia.

Invece dagli atti risulta che il sopralluogo congiunto del Capo dell’UTC di Pietraroja e al Forestale di Cerreto Sannita sia stato effettuato su una particella completamente diversa e distante da quella denunciata.

Infatti l’area denunciata ricade sulla Particella n° 32 del Foglio n° 33 mentre il sopralluogo congiunto è stato effettuato sulla Particella n° 8 del Foglio 32 s che non ha nulla a che vedere con le aree oggetto di denuncia.

Anche nei risultati dell’indagine dei  Carabinieri Forestali di Cerreto Sannita del 29/04/2021 trasmessa al magistrato si fa riferimento  alla Particella n° 8 del Foglio 32 mentre l’area denunciata (coodinate Google Maps 41.32597, 14.60429) non è stata mai oggetto di sopralluogo, come si può evincere dalla documentazione allegate a fascicolo,  ne da parte dei Carabinieri Forestali di Cerreto Sannita ne da parte dell’UTC di Pietraroja.

A seguito di queste imprecise indagini e comunicazioni,  il magistrato in data 04/05/2021  emetteva  richiesta di archiviazione.

In data 23 giugno 2021  l’Avvocatessa Sandra Sanducci,  trasmette opposizione all’archiviazione

In data 30/06/2022 è convocata l’udienza in Camera di Consiglio per discussione dell’opposizione all’archiviazione

In data  28/07/2022 il la Magistrata ………  emette un Decreto di Archiviazione definitiva con la seguente motivazione: ” E’ necessario, tuttavia, sottolineare che, laddove venisse localizzata con precisione la suddetta area, il cospicuo lasso di tempo intercorso dal deposito dell’esposto da parte del Fappiano non consentirebbe comunque, allo stato attuale, un compiuto accertamento del reato denunciato, essendo stata l’area di scavo completamente risistemata, come evidenziato dall’interessato medesimo nell’opposizione alla richiesta di archiviazione. Né emergono spunti investigativi ulteriori tali da consentire l’acquisizione di un quadro probatorio adeguato ad un proficuo vaglio dibattimentale“

Ma c’è un tarlo che mi scava il cervello. E’ quella frase che non riesco a digerire “quando la Magistrata scrive:”laddove venisse localizzata con precisione la suddetta area”

Quindi si procede all’archiviazione definitiva di un’indagine senza avere la certezza di dove quel reato sia stato consumato.

Solo una considerazione finale:
Io l’area l’avevo segnalata, geolocalizzata,  fotografata, e filmata, prima e dopo.

Il fatto che sia passato troppo tempo tra la denuncia e l’inizio delle  indagini è, questa,  una responsabilità da  individuare  all’interno della procedura investigativa e non certo da addossare al sottoscritto.

Resta il fatto che in Italia la legge non ha un valore assoluto, come dovrebbe essere, ma ha un valore relativo, molto relativo e poi non ci meravigliamo se gli onesti hanno sempre torto!


Questa voce è stata pubblicata in Ambiente, Politica. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento